Frerola e la sua storia
"Cielo pulito,
Aria pura,
montagne innevate,
torrenti limpidi,
nei boschi profumo di resine e fragranza di fiori;
case di antica roccia
racchiudono
la dimora di Dio.
Questo è il mio paese."
(poesia di un bambino di 10 anni di Frerola)
Il nome
C'è chi fa risalire l'etimologia del nome a "piccola ferriera" (fréra) con l'aggiunta del diminutivo dialettale "öla". Altri parlano di "Farola", facendo riferimento al fatto che da Frerola si può dominare l'ingresso alla valle Serina, salendo infatti dal laghetto di Algua si vedono là in alto le case di Frerola, quelle case che forse in antico erano un eremo o un fortino, comunque un posto di "vedetta".
Il nome in bergamasco è: "Fredöla" e il soprannome dei frerolesi è: "Braghì".
Notizie storiche
Nel 1500 gli abitanti erano 155, nel 1816 90, nel 1859 197, attualmente ci vivono 122 persone in 52 nuclei familiari.
Frerola, una delle quattro frazioni di Algua, posta a m 700 s.m. sul versante destro del fiume Serina è formata da tre nuclei di case: Frerola Alta (l'antica Frerola), Frerola Bassa (l'antico borgo "Caravizio") e Rosolo. Da Frerola passa la "Via Mercatorum" che anticamente collegava Bergamo alla Valtellina attraverso il Passo S. Marco. Già nel cinquecento si parla di Frerola come di un "paese sterile" di grano e di castagne. Da qui l'emigrazione soprattutto verso Venezia. Ma l'emigrazione ha da sempre segnato la vita delle famiglie di Frerola. Nell'ottocento l'emigrazione era soprattutto verso le Americhe, nel novecento verso Francia e Svizzera. Ancora oggi il gioco di carte più diffuso è il gioco del "truco" importato dagli emigranti di ritorno dall'Argentina. Un personaggio storico di Frerola è Giovanni Cavagna.(1840 - 1918) esperto e stimatissimo organista e compositore di musica sacra. Frerola è stato Comune (con Pagliaro) fino al 1927.
Bellezze artistiche
In chiesa possiamo ammirare una pala raffigurante S. Giovanni Battista che battezza Gesù nel Giordano e un "Sacro Cuore", ante litteram, dell'Orelli. Il "Cancello della memoria", opera d'arte di E. Sartori, sulla porta della sala parrocchiale: "Quest'opera (in ferro battuto) è stata realizzata al fine di poter commemorare il sacrificio e la fatica delle persone che hanno vissuto prima di noi, mantenendo vive nel tempo la cultura e la tradizione del nostro paese". Il monumento ai caduti o "Valletta della meditazione" realizzata recentemente dall'artista G. Mazzoleni. La "Trebulina" è una cappelletta, che risale al cinquecento. È situata fuori paese, sul bordo dell'antica strada "Via Mercatorum". È dello stesso periodo della chiesa del "Corpus Domini" di Pagliaro e della "Chiesa dell'Ascensione" di Ascensione. Porta bellissimi affreschi raffiguranti la Madonna col Bambino e Santi, tra i quali: S. Rocco e S. Giovanni Battista. Nella volta un Cristo "Pantocrator" e sui lati gli Evangelisti. Nell'arco d'ingresso sono raffigurati i profeti.
La "Trebulina" è la storia e la fede della gente di Frerola. Qui, nei momenti difficili, le mamme (con i mariti o i figli lontani per lavoro o per la guerra) hanno pregato e confidato nella tenerezza della Madre di Dio. Qui fuori gli emigranti usavano scrivere in matita il proprio nome prima di partire per l'estero.
Luoghi di interesse naturalistico
A Frerola è ancora possibile godere lo spettacolo di bellezze naturali di incantevole fascino. Boschi di faggio, di betulle e di frassino, le numerose località chiamate "corne": la "Corna del Grego", la "corna de la volp", la "corna de l'orghèn", i "cornèi", oltre al, ricco di funghi, monte "Predai", che sovrasta e "ripara" Frerola. Passeggiate lungo le antiche mulattiere e gli antichi sentieri, immersi nel verde fragrante dei profumi dei fiori e delle erbe aromatiche.